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IndustriaInfrastrutture

Firmato il contratto unico per demolire e ricostruire il Morandi

  • - di Raoul de Forcade

  • 18 gennaio 2019
(Agf)

Dopo settimane di confronti tra struttura commissariale e le aziende coinvolte nel progetto, è stato firmato il contratto unico per la demolizione e ricostruzione del viadotto Morandi. Presente alla firma anche l’architetto Renzo Piano, che ha ideato il nuovo ponte autostradale dell’A10 che sostituirà quello crollato il 14 agosto 2018.

L’ accordo sottoscritto riunisce i lavori sotto un unico coordinamento, quello di Salini Impregilo e Fincantieri, uniti nella società PerGenova, anche se, ha sottolineato il commissario straordinario per l’opera, nonché sindaco di Genova, Marco Bucci, «demolitori e costruttori lo firmano insieme ma mantengono ciascuno le proprie responsabilità». La consegna del nuovo ponte finito è prevista per il 15 aprile 2020.

Per quanto riguarda i demolitori, il contratto unico è stato firmato da Fagioli, Omini, Ipe progetti e Ireos. Non ha sottoscritto, invece, la Vernazza Autogru, che pure faceva parte dell’associazione temporanea di imprese che ha vinto l’appalto per la demolizione. Sulla scelta pare abbia pesato l'entità delle penali previste nel contratto in caso di ritardi.

A quanto risulta le penali per i demolitori e i costruttori, possono arrivare fino al 5% del valore contratto di appalto, che è di 19 milioni per i primi e di 202 milioni per i secondi. Ma, ha sottolineato tra il serio e il faceto Giuseppe Bono, ad di Fincantieri, «non ci saranno penali per i ritardi perché non ci saranno ritardi». E ha spiegato che, «poiché Fincantieri e Salini sono due aziende più strutturate, PerGenova garantirà un coordinamento di tutto il lavoro».

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Il progetto esecutivo per il ponte, ha detto Bucci, sarà pronto «prima dell’inizio dei lavori di ricostruzione, previsto per il 31 di marzo». Per quella data ha chiarito, «sarà finita la demolizione (del troncone Ovest, ndr) e si potrà ricostruire», mentre sul troncone Est «ci vorrà più tempo» (anche perché è ancora sotto sequestro da parte della Procura di Genova, ndr).

Riguardo ai tempi del cantiere, ha proseguito Bucci, «entro fine 2019 ci aspettiamo di poter vedere l’impalcato, che ovviamente non sarà percorribile, perché bisognerà fare i collaudi. Mentre il 15 aprile 2020 è la data prevista per poter percorre il ponte». Bucci ha poi aggiunto: «È probabile che apriremo una corsia del nuovo ponte anche prima» di aprile 2020.

Parlando del funzionamento del contratto unico che mantiene separate le responsabilità, Bucci ha spiegato: «Demolitori e costruttori fanno il lavoro. Ma chi opera per ultimo (cioè i secondi, ndr) deve coordinare tutto il lavoro affinché non ritardi troppo. Coordinare vuol dire controllare, giorno dopo giorno, gli stati di avanzamento del progetto e vedere se c’è un ritardo e come è possibile compensarlo». Nell’assolvere questo compito, PerGenova avrà un supporto da parte di Rina Consulting, che si occupa del coordinamento progettuale, della direzione lavori, del controllo qualità a supporto alla struttura commissariale.

Resta invece ancora da assegnare l’incarico di verifica della progettazione. La gara relativa a questa parte (lanciata col decreto commissariale numero 7) si è conclusa il 26 novembre scorso. Ma ancora non è stato selezionato un vincitore. «Di questo – ha affermato Bucci – possiamo occuparci adesso che abbiamo messo le firme sul contratto unico. Lo abbiamo rinviato perché eravamo impegnati su questo fronte ma lo faremo tra poco».

«La struttura commissariale – ha detto Pietro Salini, ad di Impregilo – voleva ci fosse un contratto unico e l’abbiamo fatto. Noi siamo qui per fare un servizio alla città. A questa opera ci siamo dedicati moltissimo e continueremo a farlo. È un atto di responsabilità di un grande gruppo verso una situazione che non possiamo non vedere, lavorando a Genova anche per il Terzo valico».

In tema di infrastrutture indispensabili per la città, nello stesso giorno della sottoscrizione del contratto unico per il Morandi, 37 associazioni di categoria genovesi e liguri hanno firmato un manifesto intitolato Perché sì alla Gronda di Genova Ponente. Cioè il nuovo tratto autostradale di collegamento tra la A26 e la A7 che, hanno ricordato il presidente di Confindustria Genova, Giovanni Mondini, e quello della Cciaa, Luigi Attanasio, in agosto è stato consegnato al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ed è già in possesso di tutte le necessarie autorizzazioni urbanistiche e ambientali.

«Si tratta – ha ricordato Mondini – di un’opera per la quale si è pronti ad avviare i cantieri, non appena il Mit avrà approvato il progetto esecutivo». Il manifesto serve proprio a esortare il Governo a dare il via libera all’approvazione e per questo sarà inviato al premier, Giuseppe Conte, e al ministro delle infrastrutture, Danilo Toninelli.

© Riproduzione riservata

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